Commento al Vangelo (Lc 14,25-33)
tratto dal Messalino “Sulla Tua Parola" di Settembre-Ottobre 2019
“Il Vangelo dei perduti”: così viene chiamata la pagina dell’evangelista Luca che ci viene proposta nell’odierna liturgia. Tutti perdono qualcosa o qualcuno. Il pastore perde la pecora fuori dal recinto, la donna perde la moneta dentro la casa, il Padre perde il figlio che va fuori e anche quello che resta dentro. Quel pastore aveva altre novantanove pecore, poteva tranquillamente starsene comodo e lasciare quella smarrita al suo destino, una pecora in meno non lo avrebbe messo sulla soglia della povertà. Eppure quell’assenza brucia, non lo lascia tranquillo. Si mette a cercarla, la trova e la riporta insieme alle altre, invitando gli amici a condividere la sua gioia. Quella donna ha altre nove monete, eppure non si dà pace finché non trova quella che aveva smarrito; la cerca, la trova e invita le amiche a far festa. Il padre perde un figlio eppure lo aspetta, la sua vita è tutta in quell’attesa. Lo cerca con lo sguardo e finalmente lo trova, e corre, lo abbraccia e organizza una festa, gli dà nuovamente la dignità perduta. E non sa che così facendo perde il figlio maggiore, o forse si accorge che quel figlio era già perduto. Esce nuovamente, lo cerca, lo invita alla festa. Non sappiamo se quel figlio entra, perché quel figlio sono io. A me tocca la decisione.