sabato 7 settembre 2019

23^ Domenica del Tempo Ordinario

Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione
Commento al Vangelo (Lc 14,25-33) 
tratto dal Messalino “Sulla Tua Parola" di Settembre-Ottobre 2019

A volte Gesù sembra disumano nelle sue pretese. Oggi il Vangelo ci pone di fronte a una di queste esagerazioni del Signore. Amarlo più del proprio padre, della propria moglie, dei figli… e della propria vita è qualcosa che va al di là delle capacità umane. Eppure è proprio quando Gesù alza il tiro che ci sta dicendo qualcosa di fondamentale, non solo per la fede ma anche per la vita. Basta guardarsi intorno per scoprire che questa norma è alla base di ogni sano approccio alla realtà. Se ho sete vorrei che il ruscello che attraversa il mio cammino avesse acque potabili e allora è naturale amare quelle acque ma, per fare questo, devo amare anzitutto e soprattutto la sorgente e poi desiderare di avere acqua buona nella propria casa. Solo uno stolto potrebbe inquinare la sorgente e poi pretendere di avere acqua buona nella propria casa, per la propria sete. In questo paragone, forse fin troppo banale, sta la spiegazione dell’affermazione di Gesù: non posso amare veramente chi mi sta intorno, chi mi ha dato la vita, coloro a cui ho dato la vita se non amo anzitutto l’Amore. Amare Gesù vuol dire amare la fonte dell’Amore e quindi di ogni amore. Ed ecco che quella che sembrava una pretesa, altro non è che la strada certa per amare veramente.


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