sabato 9 novembre 2019

32^ Domenica del Tempo Ordinario

Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto
Commento al Vangelo (Lc 20,27-38) 
tratto dal Messalino “Sulla Tua Parola" di Novembre-Dicembre 2019

Tra le varie interpretazioni della parola amore, una la fa derivare dal latino “a-mors”, cioè “senza morte”. Amare qualcuno qualcosa significa dire: “Tu non morirai”. Questo non hanno capito quei sadducei che oggi pongono quella strana domanda a Gesù, una domanda che usa la cinica ironia per metterlo in ridicolo davanti agli uomini. Pensano alla vita in Dio con le categorie di quaggiù, categorie di sopravvivenza, di amori che non hanno il potere di tenere in vita l’amato. Nella risposta di Gesù c’è un altro criterio di misura. Non ci saranno più né mogli né mariti, non perché non si riconosce l’importanza di quegli amori che hanno dato vita ai nostri giorni, ma semplicemente perché questi amori erano il riflesso di quell’amore totale di cui godranno coloro che vivranno in Dio. Quante volte anche noi pretendiamo di capire la realtà del Regno con le limitate categorie di questa vita, mostrandoci chiusi alla novità dell’annuncio cristiano. Amare in Dio vuol dire non possedere né pretendere di essere la risposta ultima ed esauriente al bisogno d’amore dell’altro. L’amore umano è quella lampada che ci permette di arrivare alla finestra da spalancare per far entrare la luce del sole.


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