Commento al Vangelo (Lc 4,1-13)
tratto dal Messalino “Sulla Tua Parola" di Marzo-Aprile 2019
La pagina delle tentazioni, tante volte ascoltata, rischia di diventare un’abitudine: sappiamo già come va a finire e allora perdiamo lo stupore dinanzi a questo meraviglioso affresco della nostra vita quotidiana. Gesù ha voluto condividere in tutto la vita dell’uomo, e quindi ne ha condiviso pure le tentazioni che, pur presentandosi in circostanza diverse, sono sempre riconducibili alle tre raccontate dall’episodio odierno. Nel deserto emergono i bisogni fondamentali: il cibo, le cose, Dio. Se ci pensiamo bene, tutta la nostra vita gira intorno a questi tre bisogni primari. Ed è su questo piano che Satana sfida Gesù, lo sfida ab-usando della stessa parola di Dio, perché si sa che la strada dell’Inferno è lastricata di buone intenzioni. Perché aspettare per avere ciò che si desidera? Ogni mezzo è lecito perché il tuo desiderio viene prima di ogni cosa. Questa è la subdola strategia del diavolo. Gesù capisce la trappola: non l’Io, ma Dio prima di tutto, perché solo in D-Io il mio Io è protetto da qualsiasi delusione e sconfitta. Se ci guardiamo attorno ci accorgiamo che tanti altri “signori” tolgono il primato a Gesù: il potere, il successo, l’invidia, l’odio… quanti signori che non sono il Signore. Allora, che fare? Cedere allo sconforto? Pensare che è tutto una bella storiella raccontata per rendere più sopportabile la vita? No. Gesù è il Signore quando inizia ad essere il Signore della vita, e come non può esserlo quando so che lui è risuscitato dai morti? Se lui è il Risorto, allora essere sotto la sua “signoria” significa non essere più sotto le grinfie della morte: questa è la più grande libertà.
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