Commento al Vangelo (Lc 3,10-18)
tratto dal Messalino "Sulla Tua Parola" di Novembre-Dicembre 2018
Il filo conduttore della terza domenica di Avvento è il tema della gioia. Infatti ci stiamo avvicinando al Natale, al giorno in cui Dio ha preso su di sé la condizione dell’uomo per essere simile a lui. L’Incarnazione è la conferma di quanto profetizzato in passato; conferma che fa sperimentare anche a noi la presenza redentrice di Dio. Come Israele anche noi, per bontà divina, possiamo fare esperienza di un Dio che si fa prossimo all’uomo in Gesù Cristo, che non desidera altro che la salvezza di suo figlio. Il cristiano si contraddistingue per la gioia. In un mondo immerso nel grigiore, l’uomo di fede è chiamato a dare la sua testimonianza gioiosa di Gesù. Come è possibile dare colore al modo se anche noi cristiani siamo immersi nel grigiore? Il cristiano non può permettersi di vivere senza la gioia che proviene dal Vangelo. La gioia nasce dalla certezza che non siamo soli ad affrontare la vita, dalla speranza di un regno futuro, dall’esperienza quotidiana della vicinanza di Dio. Perché essere tristi se abbiamo fatto esperienza di tutto questo? Chiediamoci: come e quanto riusciamo ad essere testimoni gioiosi di Cristo? Nel Vangelo di questa domenica possiamo notare che Giovanni Battista non chiede altro che applicare la giustizia: dare la tunica a chi non la possiede, non estorcere denaro, dar da mangiare a chi non ne ha. Gesù invece, nella sua predicazione fa un passo ulteriore: insegna la misericordia. Non basta essere giusti, che già sarebbe una grande cosa, ma bisogna anche essere misericordiosi, come il Signore lo è con noi.
Visualizza il foglietto della settimana (digita sull'immagine ↓)