Commento al Vangelo (Lc 21,25-28.34-36)
tratto dal Messalino "Sulla Tua Parola" di Novembre-Dicembre 2018
Inizia oggi il Tempo forte dell’Avvento, caratterizzato dall’attesa e dalla vigilanza, che pone la nostra attenzione sul realizzarsi delle profezie messianiche. Quando attendiamo qualcosa di importante o stiamo aspettando una persona importante, mettiamo in atto una serie di preparativi, affinché quell’incontro sia speciale, sia veramente vissuto. Geremia, come accade in tutte le profezie messianiche, ci spinge a fare della nostra attesa un cammino attento a riconoscere, anche nella nostra vita, l’arrivo e la presenza del “germoglio giusto”. Per incontrare il Signore abbiamo bisogno di cuori capaci di amare, irreprensibili, che ci spingano a compiere il bene.
L’attesa dell’Avvento non ci parla solo dell’attendere passivamente qualcuno che deve arrivare, non è un’attesa oziosa, ma attiva: è dentro lo spazio dell’attesa che si rende possibile il nostro incontro quotidiano con il Signore.
Il Vangelo di questa prima domenica di Avvento non ci rivela tanto il modo in cui la seconda venuta avverrà, ma il fine dell’uomo: partecipare alla gloria infinita di Dio, vederlo faccia a faccia e lodarlo in eterno. I segni cosmici descritti possono portarci a immaginare come accadrà e a chiederci se lo vedremo, ma ancor di più la nostra attenzione deve essere concentrata su ciò che avverrà. Per questo l’Avvento ci aiuta nel condurci, passo dopo passo, all’incontro con il Salvatore.
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