Commento al Vangelo (Lc 4,21-30)
tratto dal Messalino "Sulla Tua Parola" di Gennaio-Febbraio 2019
La vocazione è prima di tutto un’iniziativa di Dio, e questa ferma volontà di Dio va oltre le paure e le incertezze dell’uomo. Allo stesso tempo però, Dio rispetta la volontà dell’uomo. Fa parte della vocazione, della chiamata di Dio, anche la risposta dell’uomo. Risposta ad un grande amore che chiama. Rispondere sì a Dio significa fidarsi completamente di lui e della sua volontà. Non è facile per l’uomo lasciarsi guidare da Dio, la tentazione di voler essere autosufficienti è sempre dietro l’angolo. Tuttavia Dio non abbandona mai chi risponde alla sua chiamata, anche quando le Sue parole ci meravigliano, come è accaduto nel brano del Vangelo di questa domenica, a chi lo ascoltava nella sinagoga. Perché queste persone non riescono a passare dalla meraviglia alla fede? Perché non sono disposti a cambiare la propria idea di Dio. Gesù sta sconvolgendo la loro vita e, dinanzi a questo, le vie sono due: o si trova il coraggio e si segue il Signore, oppure lo si caccia dalla propria vita. Gesù è la Verità e quindi la annuncia fino in fondo. Il Nazzareno non la pensa come noi che spesso usiamo le mezze verità ed il compromesso. Noi non siamo capaci di dire la verità fino in fondo, Gesù sì. Colui che lo accoglie è capace di annunciare la verità fino in fondo proprio come ha fatto il Maestro. Non sprechiamo questa occasione, non lasciamolo andare via: accogliamolo.
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