Carissimi
fratelli e sorelle della nostra Comunità cristiana,
che parole dirvi per augurarvi
buona Pasqua? E quali immagini usare per esprimere ciò che la liturgia di
questi giorni santi ci sta facendo sperimentare come una sorta di macchina del
tempo al contrario?Perché è questo il potere della memoria: un fatto, già
proprio un fatto, non un sentimento o una sensazione, un fatto di quasi 20
secoli fa che viene catapultato in questo nostro tempo presente, proprio oggi,
nel 2012. Le immagini solitamente usate parlano di prati in fiore, di uova, di
colombe… eppure non basta! Non possiamo accontentarci di una immagine che
riempie gli occhi e anche la pancia, ma non il
cuore. Non possiamo accontentarci di 3 -
4 giorni di ferie (per chi li ha!), di
un grande pranzo, di una gita fuori paese, di un uovo di cioccolato…
No,
cari fratelli e sorelle! Lo sapete bene anche voi, Pasqua è ben altro! È
disperazione trasformata in speranza, è dolore allo stato puro tramutato in
gioia perenne senza fine, è il frastuono
di macigni rotolati per far uscire vita da quello che era solo l’anticamera
degli inferi. È vittoria decisiva e senza possibilità di rivincita della vita
sulla morte, della grazia sul peccato, della libertà sul limite, di ciò che non
contava nulla su ciò che sembrava valore assoluto. È vittoria dei poveri sui
ricchi e sui potenti, è attuazione piena del canto di Maria, il Magnificat.
La
Pasqua è prova inconfutabile che il Regno dei cieli, quel Regno legittima
aspirazione dei piccoli della terra, è straordinariamente vero, reale,
tangibile, concreto. Pasqua non è la festa dell’utopia, del “magari fosse
vero”! Pasqua è festa di schiere di uomini e donne di buona volontà che senza
troppo strepito sono capaci di sacrificare ciò che hanno e ciò che sono per il bene,
per la giustizia, per la pace, per un ideale… per il nome di Cristo. C’è ancora
tanto male nel mondo, è vero, ma facendo memoria dell’evento decisivo della
vicenda terrena di Gesù, l’uomo, ogni uomo può riprendere a sperare
e a lottare. Ciò che sembra impossibile, “l’ormai è andata così” prende una
svolta nuova. Tutto cambia! Il desiderio di un mondo diverso, migliore diventa
già ingresso nel regno della possibilità. Sì cari amici è possibile far
rotolare i macigni che chiudono il cuore al fratello, è possibile promuovere
stili di vita più rispettosi dei poveri e dell’ambiente che ci circonda, è
possibile chiedere e dare il perdono al familiare o all’amico che ha subito o
fatto un’offesa, è possibile rendere concreta una cultura di solidarietà e di
accoglienza, è possibile impegnarci in politica avendo come unico
fine il bene comune, è possibile attuare una cultura della legalità in tutti i
settori della vita sociale... È possibile trovare il tempo per andare a trovare
un malato o un anziano, è possibile dedicare del tempo ai propri figli
nonostante la stanchezza che ci opprime. È possibile dedicare del tempo alla
preghiera personale e alla Messa domenicale come punto di partenza e di arrivo
di ogni nostra settimana… Sì, tutte queste cose e anche tante altre sono
possibili!
Pasqua
è festa della concretezza e della ferialità della vita! Gesù risorge dopo la solennità, in un giorno
lavorativo qualunque e ci precede in Galilea, così come abbiamo sentito nel
Vangelo della Veglia. La Galilea è il luogo della chiamata rivolta ai primi
discepoli sul lago di Tiberiade. Quasi a dirci che il Signore ci chiama ancora
a seguirlo e a testimoniarlo in tutti quei luoghi che quotidianamente abitiamo:
luoghi di famiglia e di lavoro, di tempo libero e di svago. Lì il Signore
Risorto ci precede! … e ci accompagna! Non ci lascia soli, perché ci ama senza
se e senza ma… Lui è fatto così! È tale e quale Dio suo Padre!
E noi... proviamo ad assomigliargli almeno un pochino… con il suo aiuto ce la
faremo. Auguri di cuore.
don Giovanni