sabato 25 maggio 2019

6^ Domenica di Pasqua

Ti lodino i popoli o Dio, ti lodino i popoli tutti
Commento al Vangelo (Gv 14,23-29) 
tratto dal Messalino “Sulla Tua Parola" di Maggio-Giugno 2019

Quando si parte si saluta. Non così va inteso il commiato di Gesù, che dona ai suoi discepoli la pace, che comprende quei beni messianici che solo Cristo può consegnare, quale frutto della vittoria sull’odio del mondo. Se Gesù sta per tornare al Padre, l’amore dei discepoli deve superare il dramma della partenza e protrarsi al di là del contatto visibile. E’ solo nell’amore che si stabilisce la comunione con Cristo, che permette la sua abitazione e quella di suo Padre nel cuore di coloro che osservano il suo insegnamento evangelico. Non può esserci l’uno, l’amore, senza l’altra, l’osservanza della sua Parola. Anche il Paràclito insegna a far conoscere il nome di Gesù, per condurre il credente alla comprensione del mistero del Figlio unigenito. Gesù sembra andare verso l’umiliazione del calvario, in realtà si dirige verso la realtà piena e definitiva, quella del Padre, più grande di lui. Ciò deve far nascere la gioia, in quanto Gesù può orientare i suoi seguaci verso la casa del Padre, che è pienezza di felicità. Per questo la partenza di Gesù non costituisce una separazione definitiva, anche perché egli ritorna nella potenza dello Spirito Santo. I credenti lo possono sperimentare.


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sabato 18 maggio 2019

5^ Domenica di Pasqua

AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI
Meditazione sul Vangelo della Domenica da lachiesa.it

Il Vangelo di oggi ci trasmette il testamento di Gesù. È diretto ai suoi discepoli, turbati dalla partenza di Giuda. Ma è anche diretto ai numerosi discepoli che succedono a loro e vivono il periodo di Pasqua alla ricerca di un orientamento. Sono soprattutto essi che trovano qui una risposta alle loro domande: Che cosa è successo a Gesù? Ritornerà? Come incontrarlo? Che cosa fare adesso? Sono alcune delle domande che capita anche a noi di fare. In fondo, il Vangelo ci dà una risposta molto semplice: è un nuovo comandamento: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”. Ma se ci si dedica a seguire questo comandamento, ci si accorge molto presto che l’amore non si comanda. Eppure, se si è capaci di impegnarsi ad amare il proprio prossimo per amore di Gesù - come egli stesso ha fatto - si trova ben presto la risposta a parecchie altre domande. Ci si rende conto che il cammino di Gesù è un cammino di vita, per lui ma anche per molte altre persone intorno a lui.  



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sabato 11 maggio 2019

4^ Domenica di Pasqua

Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida
Commento al Vangelo (Gv 10,27-30) 
tratto dal Messalino “Sulla Tua Parola" di Maggio-Giugno 2019

A leggere attentamente il brano di Vangelo di oggi, verrebbe proprio da pensare che Gesù sia affetto da possessività nei nostri confronti, dando per assodato che nella similitudine del Buon Pastore siamo noi il suo gregge. Ma come? Se abbiamo sempre creduto nel Dio di Gesù Cristo come il Dio liberatore, che libera e lascia liberi, che ama l'uomo a tal punto da lasciarlo libero anche di non contraccambiare il suo amore, com'è che ora ci dobbiamo ricredere, sentendoci "afferrati" - come da un artiglio - dalla sua gelosia possessiva? C'è però una differenza tra la gelosia possessiva che a volte noi proviamo nei confronti delle persone che amiamo, e la gelosia del Buon Pastore verso le sue pecore, talmente forte da non permettere che nessuno gliele strappi dalle mani, minacciando addirittura chi ci dovesse provare. La possessività umana - lo abbiamo detto - è disposta a tutto, purché nessuno le strappi dalle mani l'oggetto della gelosia. Gesù Buon Pastore, invece, attua esattamente al contrario: egli è talmente possessivo nei confronti delle sue pecore, le ama talmente tanto che - invece di togliere la vita - "dà loro la vita eterna". Il suo, quindi, è si un amore possessivo e geloso, ma volto a dare la vita, a generare vita, e non a provocare la morte. Ben venga, allora, la gelosia nei confronti delle persone che amiamo, se come fece Gesù - siamo disposti non a togliere la vita, ma a donarla fino in fondo. Perché l'amore vero, anche se geloso, fa vivere e rende liberi.


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sabato 4 maggio 2019

3^ Domenica di Pasqua

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato
Commento al Vangelo (Gv 21,1-19) 
tratto dal Messalino “Sulla Tua Parola" di Maggio-Giugno 2019

Una mattina sul lago, dopo che Gesù ha preparato il cibo per i suoi amici che tornano da una notte vuota, lo stupendo dialogo tra il Risorto e Pietro, fatto con gli occhi ad altezza del cuore. Non chiede a Simone: Pietro, hai capito il mio messaggio? È chiaro ciò che ho fatto? Ciò che devi annunciare agli altri? Le sue parole ribaltano le attese: io lascio tutto all'amore, non a dottrine, non a sistemi di pensiero, neppure a progetti di qualche altro tipo. Il mio progetto, il mio messaggio è l'amore. Gesù, Maestro di umanità, usa il linguaggio semplice degli affetti, domande risuonate sulla terra infinite volte, sotto tutti i cieli, in bocca a tutti gli innamorati che non si stancano di domandare e di sapere: Mi ami? Mi vuoi bene? Semplicità estrema di parole che non bastano mai, perché la vita ne ha fame insaziabile; di domande e risposte che anche un bambino capisce, perché è quello che si sente dire dalla mamma tutti i giorni. Il linguaggio delle radici profonde della vita coincide con il linguaggio religioso. Prodigiosa semplificazione: le stesse leggi reggono la vita e il vangelo, il cuore e il cielo. Il miracolo è che la mia debolezza inguaribile, tutta la mia fatica per niente, le notti di pesca senza frutto, i tradimenti, non sono una obiezione per il Signore, ma una occasione per essere fatti nuovi, per stare bene con Lui, per capire di più il suo cuore e rinnovare la nostra scelta per Lui. Questo interessa al Maestro: riaccendere lo stoppino dalla fiamma smorta (Is 42,3) un cuore riacceso, una passione risorta: «Pietro, mi ami tu adesso?». Santità è rinnovare la passione per Cristo, adesso.


Rinuncia dell’Arcivescovo Metropolita di Oristano              
e nomina del nuovo Arcivescovo Metropolita

Il Santo Padre FRANCESCO ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi metropolitana di Oristano (Italia), presentata da S.E. Mons. Ignazio Sanna. Il Papa ha nominato Arcivescovo Metropolita di Oristano (Italia) S.E. Mons. Roberto Carboni, O.F.M. Conv., finora Vescovo di Ales-Terralba. Allo stesso tempo, Mons. Carboni è stato nominato Amministratore Apostolico di Ales-Terralba. 

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