sabato 26 gennaio 2019

3^ Domenica del Tempo Ordinario

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita
Commento al Vangelo (Lc 1,1-4; 4,14-21)
tratto dal Messalino "Sulla Tua Parola" di Gennaio-Febbraio 2019


Il protagonista principale del Vangelo di questa domenica è Gesù stesso. È lui che dà il senso compiuto alle parole profetiche che gli vengono consegnate come testo da proclamare. L’evangelista Luca, così, mette in evidenza una caratteristica dell’attività di Gesù durante la sua missione: l’opzione per i più bisognosi. Dove egli trova qualcuno povero, escluso, emarginato, oppresso, tanto dalle malattie o degli spiriti cattivi quanto dagli altri uomini, lì prende posizione in suo favore. Per Gesù ogni uomo vale ed è prezioso ai suoi occhi. Così nei confronti dei peccatori, degli ammalati, delle donne, degli stranieri, dei bambini… E ci spiega perché mai egli agisca così, se si tiene presente che il suo cuore, come quello del Padre suo celeste, è pieno di passione per la vita di tutti, e anzitutto di quelli che di vita ne hanno meno. Questo modo di comportarsi di Gesù ci interpella seriamente. Ci chiama a rivedere il modo in cui noi stessi, persone che dichiarano di essere suoi seguaci, ci comportiamo. L’opzione per i più bisognosi è davvero una realtà significativa nella mia vita? In questo senso il Vangelo di oggi è un’attualizzazione del modello di celebrazione liturgica che abbiamo sentito descritto nella prima Lettura. 


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sabato 19 gennaio 2019

2^ Domenica del Tempo Ordinario

Cana: i nostri cuori come anfore da riempire 
Commento al Vangelo (Gv 2,1-11) di padre Ermes Ronchi

C'è una festa grande, in una casa di Cana di Galilea: le porte sono aperte, come si usa, il cortile è pieno di gente, gli invitati sembrano non bastare mai alla voglia della giovane coppia di condividere la festa, in quella notte di fiaccole accese, di canti e di balli. C'è accoglienza cordiale perfino per tutta la variopinta carovana che si era messa a seguire Gesù, salendo dai villaggi del lago. Il Vangelo di Cana coglie Gesù nelle trame festose di un pranzo nuziale, in mezzo alla gente, mentre canta, ride, balla, mangia e beve, lontano dai nostri falsi ascetismi. Non nel deserto, non nel Sinai, non sul monte Sion, Dio si è fatto trovare a tavola. La bella notizia è che Dio si allea con la gioia delle sue creature, con il vitale e semplice piacere di esistere e di amare: Cana è il suo atto di fede nell'amore umano. Lui crede nell'amore, lo benedice, lo sostiene. Ci crede al punto di farne il caposaldo, il luogo originario e privilegiato della sua evangelizzazione. Gesù inizia a raccontare la fede come si racconterebbe una storia d'amore, una storia che ha sempre fame di eternità e di assoluto. Il cuore, secondo un detto antico, è la porta degli dei. Anche Maria partecipa alla festa, conversa, mangia, ride, gusta il vino, danza, ma insieme osserva ciò che accade attorno a lei. Il suo osservare attento e discreto le permette di vedere ciò che nessuno vede e cioè che il vino è terminato, punto di svolta del racconto (le feste di nozze nell'Antico Testamento duravano in media sette giorni, cfr. Tb 11,20, ma anche di più). Non è il pane che viene a mancare, non il necessario alla vita, ma il vino, che non è indispensabile, un di più inutile a tutto, eccetto che alla festa o alla qualità della vita. Ma il vino è, in tutta la Bibbia, il simbolo dell'amore felice tra uomo e donna, tra uomo e Dio. Felice e sempre minacciato. Non hanno più vino, esperienza che tutti abbiamo fatto, quando ci assalgono mille dubbi, e gli amori sono senza gioia, le case senza festa, la fede senza slancio. Maria indica la strada: qualunque cosa vi dica, fatela. Fate ciò che dice, fate il suo Vangelo, rendetelo gesto e corpo, sangue e carne. E si riempiranno le anfore vuote del cuore. E si trasformerà la vita, da vuota a piena, da spenta a felice. Più Vangelo è uguale a più vita. Più Dio equivale a più io. Il Dio in cui credo è il Dio delle nozze di Cana, il Dio della festa, del gioioso amore danzante; un Dio felice che sta dalla parte del vino migliore, del profumo di nardo prezioso, che sta dalla parte della gioia, che soccorre i poveri di pane e i poveri di amore. Un Dio felice, che si prende cura dell'umile e potente piacere di vivere. Anche credere in Dio è una festa, anche l'incontro con Dio genera vita, porta fioriture di coraggio, una primavera ripetuta.



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sabato 12 gennaio 2019

Battesimo del Signore

Benedici il Signore, anima mia
Commento al Vangelo (Lc 3,15-16.21-22)
tratto dal Messalino "Sulla Tua Parola" di Gennaio-Febbraio 2019


Il Battesimo di Gesù è un momento straordinario di manifestazione dello Spirito di Dio. Egli lo riceve mentre è in preghiera, altro dono dello Spirito Santo. Come a Gesù, anche a noi Dio dice: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. Siamo innanzitutto figli amati, a prescindere dalla nostra storia; e poi Dio si compiace di noi, come un padre orgoglioso del figlio. Non dimentichiamolo mai, soprattutto quando crediamo di non valere più nulla o di essere stati abbandonati anche da Dio. Grazie al Battesimo non siamo soli, perché Dio ha riposto in noi il suo Spirito, il suo respiro, senza il quale non possiamo dirci davvero vivi. L’amore del Padre ci viene donato per mezzo del Figlio e dello Spirito per essere in grado di possedere in pienezza il dono della salvezza. L’ideale di vita cristiana, cui il cristiano e tutta la comunità devono guardare, rimane sempre l’esempio della persona di Gesù, che nella sua esistenza terrena è stato sempre docile al Padre, ha saputo resistere ad ogni tentazione del maligno, ha praticato la giustizia, amando tutti fino al dono della propria vita. Prepariamo anche noi la nostra strada nel deserto, il luogo dei grandi incontri di Dio con i suoi fedeli. Il Battista annuncia e prepara la “via” del Signore e Gesù si identifica con la “via”: le immagini profetiche finiranno, così, col trasformarsi in realtà cristiane.


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sabato 5 gennaio 2019

Epifania del Signore

Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra
Commento al Vangelo (Mt 2,1-12)
tratto dal Messalino "Sulla Tua Parola" di Gennaio-Febbraio 2019 


Nella nascita di Gesù gli evangelisti hanno visto la rivelazione di Dio e allo stesso tempo l’adempimento della profezia. L’invito del profeta a rivestirsi di luce e ad alzare gli occhi per guardare è rivolto a tutti noi. Per noi, come per Israele, è finito il tempo della stanchezza e del lamento, ed è iniziato quello della gioia e della speranza. Il disegno salvifico di Dio riguarda l’intera umanità, chiamata a camminare alla luce dell’unico Dio. Il vero segno e strumento di questa visione universale della salvezza voluta da Dio è la Chiesa. In un mondo sempre più diviso si deve proclamare con gioia e con fede che Dio è comunione: questa unità è la pace universale, che sempre l’uomo di tutti i tempi ha cercato; con la nascita del Figlio di Dio ora è alla portata di tutti. Oggi condividiamo con i Magi il desiderio che li ha spinti a mettersi in cammino: “Siamo venuti per adorarlo”. La stella della nostra fede ci guida, facendoci superare gli “Erode” che sono sul nostro cammino della vita e che vorrebbero ingannarci o trattenerci. Giunti dinanzi alla grotta di Betlemme, insieme ai Magi offriamo i nostri doni più belli: oro, incenso e mirra. Offriamo l’oro, cioè la cosa più preziosa che abbiamo: la nostra vita. Offriamo l’incenso, la nostra preghiera che sale a Dio. Infine doniamo la mirra, un preziosissimo profumo che anticamente veniva usato come medicamento o per l’unzione dei cadaveri. Ma poiché Cristo non ha mai usato quest’ultimo dono, egli lo porge nuovamente a ciascuno di noi: dobbiamo essere profumo di Cristo! La mirra serve per lenire le ferite e a profumare la vita lì dove c’è ancora odore di morte. Auguri di luce!


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